Monday, March 27, 2006

Do as I say, not as I do

Cronaca di una mostruosità. Perché di questo si tratta.
Recentemente sembra essere riesplosa in Tocqueville una vecchia questione, che finora notavo maggiormente in contesti centro e latino americani.
Questi post, 1 e 2, di Enzo Reale vi daranno una visione più ampia del contesto riguardo al quale stiamo parlando qui.
Il problema è se diritti e valori siano o meno universali o invece spetti a qualcuno decidere chi è libero di scegliere e chi invece è meglio stia sotto giogo.
La questione Bielorussa e Ukraina in fondo altro non è che l'ultimo anello di un'interminabile catena di puttanate che sono state dette e fatte a riguardo. Il problema è non vederle per quello che sono.
La questione in parole semplici è se una nazione, "che non sia la mia", abbia gli stessi diritti che ritengo inalienabili "alla mia", ossia: libertà di andarmene, di parlare, scrivere, commerciare, accedere a libri e informazioni, proprietà privata, eleggere i capi e mandarli a casa qualora non li ritenessi competenti, ....
Spesso si sente parlare di eccessiva velocità nel processo di: apertura al mercato libero, concessione delle libertà, modernizzazione, rinnovamento dell'apparato governativo, elettorale.... Se ne sentono tante di frasi così, ma svanirebbero al sole se fossero state scritte per l'Italia del dopo guerra, durante l'Italia del dopo guerra, nell'Italia del dopo guerra. Il punto è che se una regola va bene per l'Italia andrà bene anche per la Bielorussia, perché è di diritti che stiamo parlando qui.
A riguardo infatti si aprono le numerose contraddizioni "rosse". Infatti quando una rivoluzione è contro un regime etichettato fascista è santa, guidata dalla mano di Dio, e tutto ciò che fa è per il bene comune, perciò non si discute, e infatti ce n'è tanta di gente che le foibe neanche vuole sentirle nominare. La rivoluzione di Cuba? Non si discute, sai, avevano un ideale! Mentre fosse stata contro il regime di Pol Pot sarebbero stati una mandria ingorda di brokers di Borsa senza scrupoli? Nelle tipologie dei regimi intoccabili, oltre a quelle rosse ora vi sono anche quelle islamiste. Se notate bene, nessuno in Europa muoverebbe un dito per dare più libertà al popolo Iraniano, per dirne uno.
Sarò cinico, ma mi rimane sempre in testa la forse troppo semplicistica idea che chi pensa in questo modo discrimini e parecchio quelle popolazioni, quasi a non ritenerle degne o capaci o meritorie dei suddetti diritti. Facciamo un altro esempio, si parla molto di mercato equo e solidale, di preservare la cultura indigena, le tradizioni del centro e sud america, si spendono pagine in apologie culturali del regime di Castro, sostenendo che in fondo a Cuba hanno quelle graziosissime carrette così retrò, tutti vivono per strada, e gli bastano 2 stracci, cantano, siiii, cantano sempre, loro sì che la musica ce l'hanno nel sangue, non c'è competizione, sono tutti letterati e poi hanno quei bellissimi e rigogliosi orti dietro casa.... Insomma tutto questo paradiso culturale, questa innocenza culturale sarebbe irrimediabilmente perduta, se gli concedessimo troppa libertà, se li contaminassimo con il consumismo (che però, tanto criticato, ma va benissimo per noi invece), loro poi non lo vorrebbero, ma ve lo assicuro io, ma siiii, e perché vorrebbero tutto sto stress consumista??? Lasciamoli così, obblighiamoli così e che non se ne vadano nemmeno, che non si ribellino che poverini non si rendono conto di quanto sono fortunati, liberi da tanti opprimenti testi scritti da imperialisti con cattive intenzioni.
Signori, ma davvero pensiamo queste idiozie?
Se la libertà va bene per noi, va bene per loro. Reciprocità. Ognuno deve essere artefice del suo destino. E se gli indios dell'alto fiume Orinoco decidessero che Inernet gli piace moltissimo e che ogni tanto un bel Big Mac ci sta eccome, che male c'è??? Non piace a noi? Non usiamo queste cose allora. Ma perché ci si deve sempre mettere a decidere per gli altri. E poi si accusano gli USA di questi imperialismi, quando invece gli USA propugnano l'ALCA per i due continenti americani.
Ricordate la frase tratta dall'Ecclesiaste? In questo caso commenterei così: siete stati buoni con i cattivi che tiranneggiavano i loro sudditi, e finite con l'essere cattivi con i buoni che la tirannia l'hanno sempre subita.
Un ultimo pensiero, partigianelli vari, ma se gli americani avessero stretto un bel patto di stabilità con Benito ritenendo che fosse per tutto il mondo più conveniente così? Voi ora cosa direste?
Siete vergognosi!

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2 Comments:

  • Legba,

    concordo al 100%. Il paternalismo degli statalisti e' infinito. I primi decenni di democrazia in USA furono terribili, con sommosse, duelli, posizioni estreme, ecc...senza parlare della guerra civile che fece 600,000 morti. Sono disposto a dichiarare che la guerra civile e' solo una forma estrema di democrazia.

    Saluti,
    Calca.

    By Anonymous Anonymous, at 29 March, 2006 05:25  

  • Ci riprovo...

    Concordo al 100%. Il paternalismo degli statalisti e' infinito.

    Calca.

    By Anonymous Anonymous, at 29 March, 2006 05:29  

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