Wednesday, November 23, 2005

Bambini

Lo so che questo post è già stato fatto da Enzo Reale, ma non posso non porre anch'io un link verso questo straordinatio reportage dall'Iraq. Osservando questi bambini e la gioia di poter vivere liberi posso rispondere a una domanda che ieri, in una discussione mi è stata fatta: sì, si può morire per la libertà, si può morire per questo. Ma non morirò per la pace, perché la pace non è nulla se non c'è la libertà.

Tre perle

1, 2, 3 perle di Enzo Reale...

Tuesday, November 22, 2005

Tear down this wall!

"General Secretary Gorbachev, if you seek peace, if you seek prosperity for the Soviet Union and Eastern Europe, if you seek liberalization: Come here to this gate! Mr. Gorbachev, open this gate! Mr. Gorbachev, tear down this wall!"

Ronald Reagan, 12 Giugno 1987

sulle carceri di Cuba #1

Fausto Carioti, colpisce un nervo scoperto degli "utili idioti", aka: "la stampa liberal mondiale". Ecco una lettera di un progioniero politico a Cuba. La prossima votla che andate a Cuba a scottarvi le chiappe, vediamo se rabbrividite un po'.

Monday, November 21, 2005

about moral clarity


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"As I would not be a slave, so I would not be a master. This expresses my idea of democracy. Whatever differs from this, to the extent of the difference, is no democracy."
Abraham Lincoln


"Thereupon I concluded: As I would not be a dhimmi, so I would not be a Muslim."
Ali Sina

Monday Comics Roundup


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Fox 10 --- Chávez 0

Notimex
El Universal online
Sao Paulo, Brasil
Domingo 20 de noviembre de 2005
17:26 La influyente revista brasileña Veja afirmó hoy que el presidente mexicano Vicente Fox gana por “10 a 0” a su homólogo venezolano Hugo Chávez, en la crisis entre ambos mandatarios por su posición respecto al Acuerdo de Libre Comercio de las Américas (ALCA).
Qui la recensione sull'articolo...

En la edición que comenzó a circular este domingo, el semanario tituló en páginas centrales: “Fox da un 10 a 0 a Chávez”, en alusión al cruce de palabras entre ambos presidentes, que derivó en el retiro recíproco de sus embajadores.

El incidente comenzó en la reciente Cumbre de las Américas celebrada entre el 4 y 5 de noviembre en la ciudad argentina de Mar del Plata, donde el presidente Fox defendió la creación del Area de Libre Comercio de las Américas (ALCA).

La iniciativa estadounidense que pretende liberar el comercio en 34 países del continente fue criticada por Chávez y los gobernantes de los países del Mercado Común del Sur (Mercosur), bloque integrado por Argentina, Brasil, Paraguay y Uruguay.

La publicación brasileña comentó que el enfrentamiento verbal entre los presidentes de México y Venezuela “expone dos modelos de desarrollo, y sólo el mexicano funciona”.

“El México del Nafta (siglas en inglés del Tratado de Libre Comercio de América del Norte, TLCAN) es un `tren bala’ económico, en cuanto la Venezuela de Chávez se arrastra en una `vieja locomotora’”, agregó el semanario.

El politólogo mexicano Rafael Fernández de Castro, del Departamento de Estudios Internacionales del Instituto Tecnológico Autónomo de México (ITAM), dijo a Veja que Chávez “se quiere afirmar como el principal enemigo de Estados Unidos”.

Fernández de Castro sostuvo que el mandatario venezolano sólo quiere “garantizar el apoyo de los movimientos de izquierda latinoamericanos, que tienen en el ‘antiamericanismo’ una de sus principales banderas”.

Para Veja, el apoyo de Fox al ALCA y sus buenas relaciones con Estados Unidos “no son prueba de sumisión a (el presidente estadounidense George W.) Bush, pero sí del compromiso de Fox con el pueblo mexicano”, tras el aumento de acuerdos comerciales.

La revista recordó que desde la década de 1980, México suscribió 28 acuerdos comerciales, “siendo el Nafta, firmado con Estados Unidos y Canadá en 1994, el que más le trajo beneficios, donde las exportaciones se triplicaron”.

“Hace 20 años el petróleo representaba el 80 por ciento de las exportaciones mexicanas, ahora el 84 por ciento de las ventas externas de México son los productos manufacturados”, recordó la publicación.

Indicó que, por el contrario, las inversiones extranjeras en los últimos siete años periodo en el cual Chávez ha gobernado a Venezuela cayeron por la mitad, mientras que en el mismo periodo aumentaron el 35 por ciento en México.

“En Venezuela la pobreza aumentó en 25 por ciento, la inflación subió del 11 al 17 por ciento y la mitad de las industrias cerró sus puertas. El crecimiento se sostiene por la valorización del petróleo, que representa el 75 por ciento de su economía”, subrayó.

El especialista del Centro de Estudios Internacionales de ciudad de México, Gustavo Vega, apuntó por su parte que “la diferencia fundamental entre Fox y Chávez es que el mexicano tiene una visión abierta”.

Fox, mencionó Vega en declaraciones a Veja, quiere “una América integrada por el comercio, mientras que el venezolano quiere que la región retroceda para la polarización entre la izquierda y la derecha que existía en los años 60”.

Sunday, November 20, 2005

In difesa del "Linkage"

Poco tempo fa scrissi un post intitolato: Sono commosso...
Uno dei "gemelli", aa ha risposto con un commento a quel post. Non sono affatto d'accordo con il commento, ma ritengo importante la mia risposta perciò ne ho fatto un post.

Secondo me è molto più importante il rafforzamento dell'alleanza tra USA e Vietnam che non il discorso di Bush.

Dire in faccia alla Cina che la Cina non ci piace non porterà necessariamente dei frutti: qui non siamo davanti all'URSS che sta crollando. Siamo di fronte ad un paese che fra cinquant'anni sarà il più forte del mondo, dove la gente si arricchisce. PEnsare che un paese da sempre chiuso in se stesso si apra perchè glielo chiediamo noi, mi sembra un po' ingenuo. E difatti a Washington nessuno ci crede, aa.

Non sono d'accordo.

Qui non stiamo parlando di potenza economica, qui stiamo parlando di libertà.
In quanto se la Cina rimarrà una dispotica dittatura le sue decisioni in campo internazionale non potrenno che essere dispotiche.

"The International community should never trust a state more than that state trusts its own people"

Andrei Sakharov


Le direzioni da seguire sono 2, grosso modo, da una parte c'è la détente francese, l'appeasement, il trattare col dittatore per accaparrarsi i monopolistici vantaggi che scturiscono dall'avere un esclusivo e privilegiato rapporto con chi controlla l'economia di quel paese; tutto ciò a discapito di chiunque altro nel mondo ma soprattutto dei cittadini che sottostanno a quel despota.
Dall'altra c'è il fatto che non sono e non devono essere i governi a commerciare, bensì gli individui al loro interno: si chiama "free market". Quindi la strategia è la stessa che con la Russia, la tecnica è quella del linkage. Ma il linkage dei rapporti commerciali con l'apertura ai diritti umani e alla democrazia funziona solo se anche gli altri soggetti internazionali si adoperano. La Francia per esempio se ne fotte altamente, ma ricordiamo che la Francia o la Germania sono pur sempre democrazie e il loro giochino funziona solo fino a che l'opinione pubblica non si accorge di cosa sia e dove porti la détente e, soprattutto, e qui sta il coniglio nel cappello di Bush, fino a che non vede che un'altra strada è possibile. Se la Cina si ritrova ad avere USA ed Europa in stato di linkage, la sua dittatura avrà i giorni contati. AA, Bush il discorso in realtà non l'ha fatto ad uso dei cinesi, mi stupisce che tu non lo colga.
Ritengo che tu cada in un tranello tipico di un economia, intesa come scienza, tipica di sistemi socialistoidi.
Mi spiego, i timori che colgo spesso nella gente si basano più sul fatto che la Cina diventi una potenza economica che sul fatto che sia dittatoriale, dispotica e aggressiva. Questa è la linea di pensiero che ha sempre seguito l'asse franco-alemanna in Medio Oriente, ed è frutto di alcune non-verità: si ritiene che sia preferibile trattare con una dittatura dissestata e che tale rimanga che con una democrazia florida e liberale; non si ha nessuna fiducia sulla capacità di un popolo rimasto "troppo" tempo sotto propaganda di sapersi governare da solo (democrazia) per questo si preferisce trattare con un dittatore ritenendo di poterci trattare e di trarne maggiori vantaggi. Ma tutto questo si spiega con la più grande svista di tutte. Questa analisi invariabilmente me le sento ripetere da gente che ancora crede alla favoletta dell'economia intesa come gioco a somma zero. Per spiegarlo ai non addetti ai lavori, un sistema con economia a somma zero è quello in cui se un individuo o uno stato diventa ricco invariabilmente vi sarà un individuo o uno stato che diventerà povero, quasi fosse una legge di compensazione, immaginate un'economia fittizia come quella del gioco in scatola "Monòpoli". L'economia NON E' UN GIOCO A SOMMA ZERO, se la Cina diventa ricca non muore nessuno, ma se la Cina diveta ricca con una condizione di schiavitù al suo interno la tragedia non sarà solo dei cinesi ma anche nostra. Se la Cina si arricchirà diventando democratica e il livello di vita salirà al suo interno allora non ci saranno capovolgimenti geopolitici per cui fare hara-kiri. Ricordate ad esempio quello che sta succedendo in Messico, il quale si ritrova ultimamente ad essere un paese ben più ricco di un tempo, ergo si ha una trasformazione della sua economia in quanto il costo del lavoro è aumentato assieme al tenore di vita, così che si verifica l'outsourcing. Questo coinvolgerà anche la Cina, ma pienamente solo se diventerà una democrazia in quanto solo allora il tenore di vita al suo interno salirà. Non possiamo e non dobbiamo fermare la globalizzazione come la crescita economica Cinese, ma dobbiamo rendere democratico quel paese, questo è ciò che sta dietro il discorso di Bush, ed è per il bene di tutti.
AA, a Washington nessuno crede a ciò che hai scritto e a come lo hai scritto, su questo puoi scommetterci.

Lo faccio fare a Lexi

Sarò onesto. Io, meglio di così, non avrei potuto sintetizzare queste due ultime settimane. Ergo, lo faccio fare a Lexi, che qui non ha certo bisogno di presentazioni:

"... Io mi aspettavo di sentire un altro bel "prete, fatti i cazzi tuoi!", invece stavolta a sinistra non hanno nulla da dire.
Anzi, sono persino simpatici questi vescovi quando fanno capire che, insomma, la devolution mica li convince troppo.
Quando la Chiesa si oppone alle coppie di fatto, alla pillola abortiva o ai politici che vogliono rivedere il Concordato e la legge dell'8 per mille, allora commette un'intollerabile ingerenza nei confronti dello Stato laico.
Quando invece esprime perplessità nei confronti di una riforma portata avanti da Lega e Berlusconi diventa una grande madre dispensatrice di saggezza.
Insomma, ci sono cose che la Chiesa può dire e altre no. Basta saperlo.
David Irving scrive idiozie, farneticando sull'inesistenza dei campi di concentramento e dell'Olocausto. Però non mi sta bene che debba essere incarcerato per le cose che pensa e che dice.
Tutti hanno il diritto di esprimere le proprie cazzate. Ce l'ha persino Harold Pinter, che accomuna gli Stati Uniti alla Germania nazista e Bush a Hitler.
Così come Oriana Fallaci ha il diritto di dire che l'Islam è una religione arretrata e Adel Smith ha il diritto di dire che Gesù in croce è un cadaverino rinsecchito.
Solo non mi sta bene che una venga processata e l'altro vada ospite in TV, non mi sta bene che uno vinca il Nobel e l'altro finisca in galera.
Non mi sta bene che si tiri in ballo Voltaire solo quando fa comodo. Tutto qui..."


Grazie Lexi!

When an image tells everything


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I should have already been gone to sleep but I stumbled upon a post that was linking to the transcript of the interview with Bruce Willis at "Rita Cosby: Live And Direct". I'm so surprised to discover how amazing is what Michael Yon referred about his embedded experience in Iraq. The photo above was shot after a terrorist attack. I'm reporting here a part of the transcript, exactly what Michael Yon says about that incident:

"...Well, I shot that photo on a day when a suicide or homicide car bomber ran into one of our Stryker vehicles, injured a couple of our soldiers, and, unfortunately, there were a lot of children who had crowded around to wave at our people.
And the attackers had every opportunity to just wait a couple of blocks and attack our guys later, without the children being around, but instead chose to attack straight through the children.
And Major Bieger, who is in the photo, found the little girl -- her name is Farah -- and decided he wanted to get her to the hospital as quickly as possible.
And so he picked her up, wrapped her in a blanket, and loaded her into one of our vehicles and started to take her to the hospital as fast as possible. And unfortunately, little Farah died en route.
We went back to that neighborhood the next day, and the people there actually welcomed us with open arms. They welcomed us into their homes.
We got into a firefight there again the next day. And the people in that part of the city began to give us more and more information about the terrorists until it got to the point where -- it's very dangerous to be a terrorist now in Mosul, because..."


Yes, I know, TV journalists have the bad bad habit of interrupting a speech in the worst moment.
Anyway, the whole transcript is quite interesting, I suggest to read it all. But you should also read the whole story directly from Michael Yon.

Friday, November 18, 2005

Sono commosso...


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In tutta sincerità, più leggo sugli interventi di George W. Bush nel suo viaggio asiatico (qui, qui e qui), più mi rendo conto che qui siamo a un giro di boa storico.
Mai nessuno, e ripeto, nessuno aveva detto tante cose giuste sulla Cina in faccia alla Cina. Mai nessuno aveva avuto tanto coraggio di "chiamare le cose con il loro nome". E' ora di finirla di fare fellatio diplomatiche a un paese che conserva al suo interno uno stato di semi-schiavitù, un paese che sempre ha negato ogni libertà e si affaccia alle nuove tecnologie cercando di assoggettarle per controllare ancora meglio i propri "sudditi", un paese che si è mangiato il Tibet e il massimo che il mondo abbia detto è stato qualcosa tipo: "ehm, ecco, 5000 monasteri rasi al suolo, mmm, ma era necessario? ma non erano monaci? insomma.... non scassano mica i monaci no?", un paese che non solo vuole fagocitare uno stato libero e sovrano qual è Taiwan che paesi scempio come la Francia non riconoscono nemmeno, ma ne fa un inaudito e spropositato sfoggio, un aggressività tanto tronfia che a farne un film verrebbe cestinato come "non-credibile", un paese che si lamenta stracciandosi le vesti ogni volta che il Dalhai Lama incontra qualcuno, un paese che prima ha espulso il Nunzio Aposotolico e poi fa gomitino al nuovo Papa auspicandosi migliori rapporti diplomatici di quelli intrattenuti con il Papa precedente, un paese che già pensa alle zone più a est della Russia, un pease che sta facendo di tutto, incluso far prostutuire quella zozza meretrice che è la Francia, per invocare una cessazione dell'embargo sugli armamenti di cui attualmente la Cina è oggetto (della serie, non gli basta averne tante, vogliono anche quelle moderne, e la Francia gongola all'idea di vendergliele, dico io, la Francia: NO ALLA GUERRA), devo andare avanti?

Oggi Sharansky sarà contento, oggi Bush "ha fatto la cosa giusta", oggi è l'inizio di qualcosa di nuovo in oriente.

Grazie Enzo e Christian.

Wednesday, November 16, 2005

Sony: la grana infinita!!!

Quando si poteva pensare che la posizione di Sony BMG nella debacle sul suo software DRM non potesse sprofondare ulteriormente, ecco arrivare la scoperta di due ricercatori di Princeton che hanno individuato una falla di sicurezza nel software offerto dal colosso per disinstallare il controverso software rootkit.

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Il buco di sicurezza che era stato già ipotizzato a fine settimana scorsa da un ricercatore finlandese è stato verificato nella giornata di Lunedì da un team specializzato in sicurezza della Princeton University.

Secondo il report, quando un utente riempie il modulo Web per richiedere il download dell'utility uninstaller, un controllo ActiveX chiamato CodeSupport viene installato nel computer. Tuttavia, dopo che il sito di Sony viene abbandonato, il file-controllo rimane marcato come "sicuro" per lo scripting. Le conseguenze di questo errore per First 4 Internet e Sony sono potenzialmente gravi. Qualsiasi sito malintenzionato potrebbe richiedere successivamente il controllo CodeSupport e istruirlo per l'esecuzione di funzioni nocive, come download ed installazione di codice virale. Dato che il software non si assicura che il codice si stia eseguendo effettivamente per conto di Sony, viene spalancata una porta d'attacco utile a chiunque voglia sfruttarla per compromette un sistema da remoto. "If you visit that Web page with Internet Explorer, and you have previously requested Sony's uninstaller, then the evil program will be downloaded, installed, and run on your computer, immediately e automatically".

Felten, professore di computer science a Princeton, afferma che il suo team è stato in grado di scrivere un codice exploit che sfrutta il buco di sicurezza. I dettagli sull'exploit non saranno però resi pubblici almeno finché non sarà disponibile un fix per la vulnerabilità. Sony ha già rimosso l'opzione di disinstallazione Web-based e la rimpiazzerà presto con un file eseguibile scaricabile separatamente. Solo coloro che hanno usato il sistema precedentemente online sono quindi a rischio.

Felten suggerisce come soluzione temporanea di non accettare l'installazione di software che provenga da First4Internet e mostra un workaround per coloro lo abbiano già fatto:

- Scegliete esegui da menu Start
- Digitate:

[cmd /k del "%windir%\downloaded program files\codesupport.*] (senza parentesi)

Un'altra notizia riporta che Sony BMG ha deciso di ritirare dal commercio i CDs musicali che contengono il software incriminato e di offrire la possibilità di sostituire i CDs già acquistati con copie non-DRM. Sony ha riportato di aver messo in commercio, durante gli scorsi otto mesi, 4.7 milioni di CDs con tecnologia di protezione XCP, più di 2.1 milioni dei quali sono stati venduti.



Thanks to TWEAKNESS

Friday, November 11, 2005

...e se qualcuno si fosse perso fra i meandri della rete...

...ecco qui riportato un eccellente post del mio pari in grado, il Captain Marlow, probabilmente siamo in differenti forze armate, ma visto cosa e come scrive non c'è dubbio che siamo sullo stesso fronte:

Captain Marlow

Quando la stampa non fa più il suo lavoro

Questo è un documento imperdibile.
Leggete anche i commenti perché alcuni sono spettacolari.

Quando l'informazione non informa, quando la stampa cerca di creare un film di fantasia, quando si cerca di ricorrere a tutto fra false affermazioni, omissioni, autocensure, quando la stampa ritiene eccessiva la realtà e decide di cambiarla, quando ci si nasconde dietro a scuse da bambini di 4 anni come "Se non lo faccio vedere non esiste" > "se non esiste nessuno si ispirerà a ciò" > "se nessuno si ispirerà a ciò tutto scemerà e noi avremo la pace", quando si ritiene che la cura dei mali sia non parlarne, sia nasconderli sotto il tappeto, quando di crede che sia preferibile occultare i problemi invece che documentarli e far sì che con la conoscenza e la coscienza dei quali si arrivi a una soluzione, quando si crede che la summa di tutti i mali sia "andare verso destra" e per questo si giustifichi assolutamente tutto, quando ci si arroga la santità di decisioni di censura e di falsa testimonianza per fini politici, quando lo si dichiara apertamente senza timori di dover dare le dimissioni 2 minuti dopo, quando il palesamento di questi doppi giochi politici mascherati da giornalismo per lasciare al potere tutti gli artefici di un disegno politico e sociale che proprio questi problemi ha provocato viene accettato con abbracci e sorrisi allora la stampa non esiste, allora non possiamo chiamarla stampa, ma mera propaganda politica, chi lavora in quella redazione non può a nessun livello dirsi giornalista, in quanto addirittura dichiara di essere lì non per mostrare la realtà, documentarla, ma per propagare una menzogna. Ma c'è di più, quando tutto questo non ha nessuna eco di sconcerto in quel popolo, allora c'è da preoccuparsi seriamente sul futuro della Francia.

Monday, November 07, 2005

Ah!!! Sur América!!! Qué pena!!


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Pienso mucho en Sur América. Y me da mucha pena decir que casi siempre me da muchísima pena hacerlo. Mis más grandes preocupaciones hacia Latino América son sobre la economía y la geopolítica, porque en ese sentido no veo casi nunca algo bueno. Mientras más intento ver una luz en algún lugar siempre llega otro fracaso impresionante. Lo último en esta sucesión de fracasos totales, totales porqué resultan tales no solo por serlos económicamente y socialmente hablando pero también por el hecho de insistir en esta demoníaca tendencia a querer hacerse pasar siempre por buenos y santos, ha sido lo de la Cumbre de las Américas en Mar de Plata. Es muy grande mi dolor al notar que los que intentaron en todas las maneras de fracasarla intentaron hacerlo pasando por los que están “con la gente”, mientras EEUU, Canadá y México: o sea, los que habrían podido darle una esperanza al futuro económico al comercio en las Américas, ahora hay buena parte de la prensa a que le gustaría mucho pintarlos como imperialistas y peligrosos. Pero la verdad esta vez es muy, muy simple: la verdad es que el libre comercio junto con el efecto de la globalización seria concretamente la única manera que Países como Argentina, Venezuela o Brasil tendrían para salir de esta pesadilla crónica que a mis ojos tiene el mismo comportamiento de un virus, esta pesadilla se llama: socialismo. Una vez que lo descubren por lo que es, cambia traje y nombre y consigue entrar por la ventana... Se instala, identifica como enemigos los instrumentos de cura (libre comercio y tasa única) y hace creer a su gente que él es la única esperanza para todos los problemas que en realidad él mismo sigue provocando (así se explica por ejemplo la total y patética incapacidad de llegar a ser electo en Argentina sin llamarse "Peronista" o "NeoPeronista" o lo que sea hasta que contenga la palabra Perón). Mi profesor de Economía en Córdoba siempre repetía que no hay ninguna esperanza de acabar con algo bueno si no llamamos las cosas con sus nombres.
"Dolor, veo mucho dolorrrrr!" (Os acordais en cual película se decía esta frase?)

Friday, November 04, 2005

Sony: l'ombra dei rootkit sulla tecnologia DRM


Dove andremo da qui? Possibile che ditte come Sony non si accorgano che la stanno decisamente facendo fuori dalla tazza? Stiamo arrivando al punto in cui gli utenti onesti si ritrovano il PC "infettato", sotto controllo, vulnerabile. Quelli furbi no. Quelli che comprano originale, così, per stare sul sicuro, si ritroveranno in un incubo, gli altri, con musica e giochi, "ripuliti" dormirano sonni tranquilli. E' questo il mondo che avevate immaginato alla Sony?